Tecnica vs. Tecnicismo nell'Atletica: L'Analisi di Gioacchino Paci (da "Nuova Atletica", 1991) e la Sua Sconcertante Attualità
Nel panorama della letteratura sportiva, alcuni articoli emergono con una forza e una lucidità tali da trascendere la loro epoca. È il caso del contributo di Gioacchino Paci intitolato "Tecnica e tecnicismo", pubblicato sul numero 106 di "Nuova Atletica" (Gennaio/Febbraio 1991). A oltre trent'anni di distanza, le riflessioni di Paci su come tecnici e insegnanti si pongono nei confronti delle specialità dell'atletica leggera e sul modo di proporre i messaggi tecnici risuonano con una pertinenza sconcertante. In un mondo sportivo spesso dominato dalla ricerca ossessiva del modello del campione e da approcci didattici rigidi, l'invito di Paci a distinguere la "tecnica" viva e culturale dal "tecnicismo" sterile e limitante è più attuale che mai. Questo approfondimento si propone di riscoprire i concetti cardine di quell'analisi, dimostrando come le sue intuizioni non solo fossero profetiche, ma offrano ancora oggi una bussola indispensabile per un insegnamento dell'atletica più efficace, inclusivo e rispettoso della crescita individuale dell'atleta.
Demistificare la "Difficoltà" delle Specialità Atletiche: Una Critica al Preconcetto
Paci, già nel 1991, metteva in discussione l'opinione comune secondo cui alcune specialità dell'atletica leggera sarebbero intrinsecamente "più difficili" di altre, tanto da richiedere una preparazione specifica quasi esoterica per poterle insegnare o allenare. L'autore contestava questa visione, nata da un'analisi che definiva "macroscopica" e superficiale dell'esecuzione globale delle tecniche. Specialità come gli ostacoli, il martello, il triplo o l'asta venivano (e spesso vengono ancora) etichettate come inavvicinabili per molti, riservate a pochi eletti.
I Pericoli di un Approccio Riduttivo e la Sua Attualità
Questo atteggiamento, secondo Paci, era (ed è) "estremamente riduttivo e pericoloso". I pericoli identificati sono drammaticamente attuali:
- Impedimento allo Sviluppo del Movimento: Si finisce per ostacolare la diffusione e la pratica proprio in quelle discipline dove l'Italia (o un determinato contesto) potrebbe essere più debole, creando un circolo vizioso di scarso movimento, scarso apporto teorico-metodologico e scarsi risultati.
- Limitazione delle Potenzialità di Studio: Si riducono le opportunità di ricerca, sviluppo e innovazione metodologica da parte di insegnanti e allenatori, che si autocensurano o si sentono inadeguati di fronte a presunte "difficoltà insormontabili".
L'osservazione di Paci sulla correlazione tra scarso movimento atletico, carenze teorico-metodologiche e risultati modesti in certe discipline è una fotografia che, purtroppo, per alcuni settori dell'atletica, non è sbiadita con il tempo.
La "Spettacolarità" e la Percezione della Difficoltà: Un Fattore Culturale
L'analisi macroscopica, secondo Paci, si concentra su elementi come la presunta "spettacolarità", il numero di elementi tecnici da studiare o i mezzi di allenamento necessari, portando a classificare discipline come le corse piane o il lungo come "più facili". Paci smonta abilmente il concetto di spettacolarità intrinseca, suggerendo che essa dipenda molto da come una specialità viene presentata e compresa. L'invito a una maggiore e migliore esposizione mediatica delle discipline considerate "spettacolari" per aumentarne l'interesse e la comprensione del gesto atletico è un appello che, nell'era dei social media e della frammentazione dell'attenzione, acquista un'urgenza ancora maggiore. L'idea che ogni disciplina, persino la marcia, possa essere spettacolare se narrata nel modo giusto, è un concetto profondamente moderno.
Oltre i Numeri: L'Equivalenza Sostanziale nello Studio delle Specialità
Paci, pur non negando le specificità di ogni disciplina, contestava l'idea che alcune richiedessero intrinsecamente uno studio o un impegno maggiore in termini di "volume" di elementi tecnici o mezzi d'allenamento e il suo ragionamento mirava a dimostrare che, in un ipotetico microciclo, atleti di specialità diverse (ad esempio, asta e velocità) si trovano ad affrontare un numero comparabile di elementi tecnici e di mezzi d'allenamento.
La conclusione a cui giungeva è netta: non esiste una tecnica intrinsecamente più difficile delle altre, poiché ogni specialità possiede difficoltà e caratteristiche specifiche che non consentono paragoni semplicistici. Questa affermazione è un potente antidoto contro la tendenza a gerarchizzare le discipline in base a presunte facilità o difficoltà, un approccio che può scoraggiare la multidisciplinarietà e la scoperta di talenti in ambiti meno battuti.
Il "Modello del Campione" e la Perdita dei Fondamentali
Un punto cruciale dell'analisi di Paci, e di sconvolgente attualità, è la critica all'atteggiamento mentale che, pensando a una tecnica (es. salto con l'asta o triplo), la identifica immediatamente con l'esecuzione del campione del momento. Questo, secondo l'autore, porta a perdere di vista "ciò che si trova alla base della tecnica stessa, cioè la naturale e spontanea esecuzione di un gesto motorio, quindi culturale, che diviene sportivo quando venga sottoposto a misurazione".
Il risultato? Insegnanti e allenatori vengono scoraggiati dall'affrontare le specialità considerate "più tecniche". Si ignora il patrimonio culturale del gioco infantile, che contiene i presupposti per l'individuazione delle caratteristiche motorie e per una corretta specializzazione. Questa critica al "culto del campione" come unico modello tecnico è oggi fondamentale, in un'epoca in cui l'accesso a video di performance d'élite è immediato e può portare a tentativi di emulazione prematuri e dannosi, trascurando la costruzione delle basi.
Dai "Concetti Base" alla Conquista Culturale della Tecnica
Di fronte al dilemma tra il modello del campione e la necessità di un approccio più naturale, Paci pone una domanda fondamentale: quale deve essere il punto di riferimento per insegnanti e allenatori, specialmente nelle discipline "più tecniche"? La risposta è illuminante: essi devono individuare quei concetti che da soli giustificano la specialità studiata; concetti che, non descritti dalla tecnica (intesa come modello), ne sono alla base.
L'Esempio del Lancio del Martello e della Corsa ad Ostacoli: Imparare per "Concetti"
Paci esemplifica brillantemente questo approccio:
- Lancio del Martello: Invece di imporre subito un numero fisso di giri, si parte dal concetto base del lancio da fermo. Ogni giro aggiunto diventa l'acquisizione motoria e culturale di un nuovo concetto, una nuova fase tecnica. Le fasi non sono qualcosa di esterno a cui piegarsi, ma una "conquista culturale". Il lancio diventa "gesto motorio", espressione della personalità.
- Corsa ad Ostacoli: Si inizia camminando o correndo tra ostacoli bassi, posti al suolo. Quando la corsa diventa sciolta, si alza progressivamente l'ostacolo. La prima e la seconda gamba scoprono "spontaneamente" la flessibilità necessaria per ridurre il salto e favorire la corsa. Il concetto base è "correre tra gli ostacoli sfruttando le flessibilità articolari".
Questo approccio per "concetti" è rivoluzionario perché sposta il focus dall'imitazione di un modello esteriore alla comprensione e all'interiorizzazione dei principi fondamentali del movimento. È un metodo che promuove l'apprendimento significativo e l'autonomia dell'atleta, ancora oggi cardini di una pedagogia sportiva evoluta.
Ripercorrere la Cultura Motoria: Dallo Strisciare al Quinto Giro
L'allievo, stimolato e guidato, deve risolvere problemi motori attingendo alle acquisizioni precedenti. In questo modo, può "ripercorrere il tragitto culturale che ha permesso l'attuale esecuzione delle tecniche", rispettandone la successione temporale. L'analogia con lo strisciare per imparare a camminare e correre bene è potente: è fondamentale aver eseguito il lancio del martello da fermo per arrivare ai 4 giri, e da lì, magari, studiare il quinto o altre soluzioni.
La critica di Paci al tentativo di "incollare la tecnica del campione a giovani atleti", creando "buchi o lacune nell'acquisizione motoria", è un monito perenne. L'esempio dell'insegnamento diretto del Fosbury nel salto in alto, tralasciando tecniche storiche come lo scavalcamento ventrale o la forbice (che rappresentano un lungo periodo della cultura del salto e presupposti per la crescita), è emblematico di un tecnicismo che ignora la progressione logica e culturale dell'apprendimento.
La Tecnica come Gesto Motorio: Superare il Dualismo Corpo-Mente
Con questa metodologia basata sui "concetti", la tecnica si libera del tecnicismo per divenire "studio e descrizione di un movimento, il quale essendo effetto di una molteplicità di cause (...) non è più semplice movimento ma gesto motorio". Paci richiama il dualismo aristotelico corpo-mente, superandolo nell'affermare che il movimento meccanico può essere riferito solo alle macchine inanimate. L'uomo, anche in una semplice oscillazione del braccio, compie sempre un gesto motorio, che esprime uno stato interiore, fosse anche "l'inespressività".
Questa visione olistica del gesto atletico, che integra la dimensione fisica, cognitiva ed espressiva, è profondamente attuale e contrasta con approcci puramente meccanicistici all'insegnamento tecnico.
Una Definizione Evoluta di Tecnica
La tecnica, quindi, non può essere una sola (quella del campione), ma tante quante sono le fasi che compongono l'esecuzione. E anche questa è una semplificazione, perché la descrizione di una fase non può catturare tutte le concause di un effetto.
Da queste riflessioni, Paci giunge a una sua definizione di tecnica, che merita di essere riportata per la sua modernità e completezza:
"la tecnica è la descrizione di un gesto naturale, il quale coadiuvato da una specifica preparazione atletica e da ottimali proporzioni antropometriche, conduce ai risultati di alta qualificazione."
Questa definizione sposta l'accento dal modello rigido al "gesto naturale" come punto di partenza, valorizzando il percorso individuale dell'atleta supportato da una preparazione mirata. È una visione che promuove l'adattamento e l'interpretazione personale, piuttosto che la mera copia.
L'Intramontabile Attualità del Pensiero di Paci del 1991
Perché un articolo scritto nel 1991 continua a parlarci con tanta forza oggi?
- Focus sull'Apprendimento Significativo: Paci anticipa i principi della pedagogia moderna, che valorizza la comprensione profonda e l'interiorizzazione dei concetti rispetto alla ripetizione meccanica.
- Rispetto dell'Individualità: La critica al modello unico del campione e la valorizzazione del "gesto naturale" e della "conquista culturale" pongono l'atleta al centro del processo, rispettandone i tempi e le caratteristiche. Questo è fondamentale per lo sviluppo a lungo termine e la prevenzione del burnout.
- Critica al Tecnicismo Sterile: La distinzione tra tecnica (viva, culturale, espressiva) e tecnicismo (rigido, imitativo, limitante) è una chiave di lettura essenziale per navigare la sovrabbondanza di informazioni e modelli disponibili oggi.
- Valorizzazione dei Fondamentali: L'insistenza sui "concetti base" e sulla progressione didattica logica ricorda che non si possono costruire grattacieli senza solide fondamenta. Questo è particolarmente vero in un'epoca di specializzazione precoce.
- Visione Olistica dell'Atleta: Il superamento del dualismo corpo-mente e la definizione del movimento umano come "gesto motorio" che esprime sempre una personalità sono concetti che oggi informano gli approcci più evoluti al coaching e alla preparazione atletica.
Conclusioni: La Lezione di "Tecnica e Tecnicismo" per l'Atletica di Oggi e Domani
L'articolo "Tecnica e tecnicismo" di Gioacchino Paci, apparso su "Nuova Atletica" nel 1991, non è un semplice documento storico, ma un manifesto per un insegnamento dell'atletica più intelligente, umano ed efficace. Le sue critiche ai preconcetti sulla difficoltà delle discipline, al culto del modello del campione e al tecnicismo fine a sé stesso sono di una lucidità disarmante.
La sua proposta di un approccio basato sull'acquisizione dei "concetti base", sulla progressione culturale e sul rispetto del gesto motorio individuale offre una roadmap preziosa per tecnici, insegnanti e dirigenti. In un'era di rapide trasformazioni, la capacità di distinguere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio, come ci insegna Paci, è la vera chiave per coltivare talenti, promuovere la passione per l'atletica e raggiungere risultati di alta qualificazione che siano espressione autentica del potenziale umano. La lezione del 1991 è chiara: la vera tecnica fiorisce dove il tecnicismo si ritira, lasciando spazio alla comprensione, all'espressione e alla crescita.